Più chance per i non vedenti iscritti nelle liste di collocamento

I nuovi ruoli dei centralinisti: «Siamo pronti»

Consentire concrete possibilità oc­cupazionali alle persone non veden­ti nell’attuale contesto tecnologico.

È questo l’obiettivo che ha spinto l’Assemblea regionale siciliana a modifi­care la legge regionale 7 maggio 1976, n. 60. Risale in realtà al 1957 la dispo­sizione legislativa che, per la prima volta, apre ai privi della vista le porte dell’integrazione lavorativa, stabi­lendo l’obbligo per l’amministrazio­ne regionale e gli enti dalla stessa controllati o vigilati, di assumere un centralinista telefonico cieco per ogni loro ufficio dotato di centralino telefonico. Da allora migliaia di non vedenti sono riusciti ad inserirsi nel mondo lavorativo. Ma, col passare del tempo, a causa della continua in­troduzione di nuove tecnologie in tutti i settori, e nella telefonia in par­ticolare, sempre meno operatori so­no stati assunti. Da qui la decisione di estendere a nuove figure professio­nali la disciplina del collocamento obbligatorio dei centralinisti telefonici ciechi come operatore addetto alle informazioni alla clientela e agli uffici di relazione con il pubblico; al­la gestione e alla utilizzazione di banche dati; ai servizi di telemarke­ting e telesoccorso; operatore amministrativo-segretariale.

Davanti all’ARS. Una protesta dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in una immagine di archivio

Questo è anche il frutto dell’impe­gno costante negli anni dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Sicilia. L’obbligo di assumere per ogni uffi­cio, sede o stabilimento, almeno una persona non vedente è per l’Amministrazione della Regione, gli enti, i servizi pubblici e le aziende dalla stessa dipendenti, vigilati o control­lati, nonché gli enti locali ma anche per i datori di lavoro privati, pena la cessazione di contributi o vantaggi economici a qualunque titolo dalla Regione. «Il lavoro del centralinista non è più un compito prettamente manuale – spiega Tommaso Di Gesaro, Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Sezione Ter­ritoriale -. Ora la stessa figura fornisce informazioni, accompagna l’utente nella ricerca dell’ufficio interessato, cura le relazioni con il pubblico. Ecco perché nei corsi di formazione ades­so si studiano le lingue straniere, in­formatica e tecniche di comunica­zione». Crescono, dunque, le speranze per i 60 palermitani non vedenti (200 in tutta la Sicilia) iscritti nelle liste di collocamento, che attendono da an­ni di trovare un’occupazione e vede­re garantito, finalmente, il loro dirit­to al lavoro. «Il governo Musumeci vigilerà affinché gli enti pubblici e privati rispettino quanto previsto in tema occupazionale – garantisce l’As­sessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, Antonio Scavone -. Adesso è fondamentale procedere alla verifica della ricogni­zione dei posti disponibili negli enti pubblici e privati che rientrano nell’obbligo delle assunzioni previ­sto per legge. In provincia, per esem­pio, abbiamo riscontrato possibilità occupazionali in oltre trenta enti pri­vati e in oltre cinquanta enti pubbli­ci».

(di Anna Cane dal Giornale di Sicilia – 25 Marzo 2022)