La battaglia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Sbloccate alla direzione territoriale le procedure per le assunzioni riservate come centralinisti. Di Gesaro: «Altri 59 ancora attendono»

Quindici palermitani non vedenti e ipovedenti ieri hanno ricevuto la lettera di avviamento al lavoro che per sempre cambierà la loro vita, perché un lavoro adesso lo hanno anche loro. Hanno atteso per anni, iscritti nelle liste di collocamento speciale della direzione territoriale del lavoro di Palermo, e adesso saranno assunti come centralisti non vedenti nelle scuole, caserme e Comuni. Tutto questo è stato possibile con la collaborazione della sezione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che non si è arresa e che per anni ha portato avanti una battaglia per sostenere e difendere i diritti delle persone non vedenti, utilizzando lo strumento dell’avviamento al lavoro obbligatorio per inadempienza dei datori di lavoro pubblici e privati, «Per tanti anni nessuno è stato chiamato – spiega Tommaso Di Gesaro, presidente dell’UICI Palermo – nonostante ogni anno segnalavamo all’ufficio del lavoro un elenco di posti di lavoro disponibili. Noi andavamo alla ricerca di quei datori i lavoro privati e della pubblica amministrazione che per legge dovevano assumere i nostri ragazzi e che invece non rispettavano la legge. Purtroppo per una serie di complicazioni di carattere organizzativo, perché le leggi sono chiare, da un paio di anni si è verificata una situazione di stasi. Negli ultimi mesi la situazione fortunatamente si è sbloccata. Abbiamo trovato finalmente un ufficio territoriale ben organizzato con funzionari di buona volontà. Ci auspichiamo che l’ufficio possa continuare questo percorso».
Nelle liste speciali di collocamento infatti sono iscritti 74 non vedenti e di loro 15 oggi saranno avviati al lavoro. La legge 113/1985 parla chiaro: per i lavoratori non vedenti, ovvero persone affette da cecità assoluta o che abbiano un residuo visivo non superiore ad un decimo, sono previste specifiche quote di riserva per lo svolgimento di mansioni ritenute particolarmente adatte ai non vedenti, come quella di centralinista telefonico. I datori di lavoro privati dotati di un centralino con operatore con almeno cinque linee telefoniche e i datori di lavoro pubblici dotati di centralino con operatore, indipendentemente dal numero di linee disponibili, sono tenuti ad assumerne almeno uno e comunque in misura non inferiore al 51% dei posti disponibili. A confermarlo, nel corso degli anni, numerose sentenze della Corte di Cassazione, che a seguito della mancata ed ingiustificata assunzione di un soggetto invalido avviato a norma della legge sul collocamento obbligatorio, ha confermato a carico del datore di lavoro il risarcimento del danno al lavoratore. «Abbiamo messo a confronto la lista con i 74 disoccupati che attendevano di essere chiamati con la lista dei posti di lavoro disponibili – conclude Di Gesaro -, Con questo lavoro di ricerca, abbiamo recuperato 15 posti che verranno ricoperti adesso. Ora si attende che l’ente mandi la lettera con la richiesta dei documenti per la definizione del contratto. Se così non sarà ci rivolgeremo al giudice del lavoro». (di Anna Cane)

Il più giovane ha 27 anni, il più anziano ne ha 53. Alcuni faranno i pendolari

Il più giovane ha 27 anni e si chiama Marco Saguto, il più adulto con i suoi 53 è Salvatore Vitellino. Tutti e 15 hanno ricevuto la lettera di avviamento al lavoro e sorridono felici al futuro: Roberto Caronia ha dovuto attendere i 51 anni prima di trovare un lavoro. «Stavo sempre a casa – racconta Roberto – questa è la svolta della mia vita. Avevo perso le speranze, anche perché trovare un lavoro dopo i 50 anni non è facile per nessuno, ancor più per un non vedente».
Lo sa bene Salvatore che se fino a 15 anni, quando ancora ci vedeva, un lavoro lo aveva, persa la vista, nessuno più gli ha dato un’opportunità. Si è iscritto alle liste speciali di collocamento ma ci son voluti 15 anni perché finalmente qualcuno lo chiamasse. Anche per Tiziano Ferrara di Monreale, 39 anni, questo è il primo lavoro nella vita. Ha sempre coltivato la passione per la musica, ma oltre al canto e al pianoforte che suona da quando era bambino, ora ha un lavoro. «Per me sarà tutto nuovo. Non vedo l’ora di cominciare – dice Tiziano -. Non ho dormito la notte appena mi hanno dato la notizia. Solo ora mi sento realizzato come uomo. Lavorare significa avere una dignità, essere utile alla comunità ed essere parte attiva della società».

Le attese e le speranze Sono tutti pronti –
a cambiare abitudini:
«Stavo sempre a casa questa è una svolta»

Rita Gaglio, Salvo Faia e Giuseppe Cascino sono pendolari ciechi assoluti. Rita, diplomata al liceo linguistico, ha frequentato Scienze della comunicazione all’Università. Conseguito il diploma di centralista telefonica a Firenze, è tornata a Palermo e per otto anni è stata iscritta alle liste di collocamento. Ora lavorerà all’istituto tecnico commerciale «Duca degli Abruzzi» e tutti i giorni si sposterà dal comune di Montelepre dove vive. Così anche Giuseppe Cascino da Palermo ogni giorno andrà a lavorare negli uffici del Comune di Cefalù e Salvatore Faia in quelli del Comune di Polizzi Generosa. Veronica Corrao, 31 anni, è mamma di un bambino di 4 anni e ogni giorno andrà a lavorare al Comando militare Esercito Sicilia, che dipende dal Ministero della Difesa. Tutti disposti a cambiare le loro abitudini familiari e ad organizzarsi e fare sacrifici, pur di lavorare. (di Anna Cane)