Giornale di Sicilia – 10 Ottobre 2017

Diritti negati

L’Unione Italiana Ciechi annuncia: li denunceremo

Studenti disabili, lezioni dimezzate

Ma è mistero sui fondi stanziati

Non partono le attività extrascolastiche, considerate essenziali dalla legge. La Regione si smarca: «Noi abbiamo erogato sei milioni». La Città metropolitana: «Non è vero»

La Regione dice di aver assegnato tutti i fondi richiesti, la Città metropolitana, l’ex Provincia, sottolinea di averne ricevuto solo una parte e intanto, a quasi un mese di scuola inoltrato, le attività extrascolastiche degli studenti disabili, non sono ancora partite. Le famiglie e le sezioni siciliane dell’Unione italiana ciechi promettono battaglia legale con richieste di risarcimento danni. Si sono incontrati a Palermo i rappresentanti delle sezioni dell’Uici di tutte le province siciliane, con il presidente regionale Renzo Minincleri, e attorno ad un tavolo hanno preparato «un piano di guerra» per tutelare e garantire il diritto allo studio degli studenti disabili. Cercheranno confronti ancora con l’assessorato regionale alle Politiche Sociali e con la Città Metropolitana, per tentare di comprendere come siano stati utilizzati i fondi stanziati e con quale uso, ma se dirigenti e funzionari si rifiuteranno ancora di dare loro risposte concrete, questa volta non esiteranno a sporgere denuncia.

«Convitto, seminconvitto, attività integrate extrascolastiche con lezioni sul linguaggio dei segni per i sordomuti e linguaggio Braille per i ragazzi ciechi e ipovedenti – concordano le sezioni dell’Uici – sono essenziali per i nostri ragazzi. Ancora una volta, i servizi non sono garantiti».

Quest’anno la situazione, almeno per la nostra città, sembra essere anche peggiorata perché se negli anni passati il servizio veniva garantito a singhiozzo con continue interruzioni e proteste delle famiglie, quest’anno, ad ottobre già iniziato, non è ancora partito e non si sa nemmeno quando questo accadrà. «Le attività di servizio di trasporto, igienico-sanitario, assistenza all’autonomia e alla comunicazione – spiega il presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Palermo, Tommaso Di Gesaro – sono importanti ma in egual misura lo sono anche le attività integrative extrascolastiche».

IERI I RAPPRESENTANTI DI TUTTE LE PROVINCE SICILIANE IN CITTÀ: VOGLIAMO RISPOSTE

Non la pensano così invece, a quanto pare, alla Città Metropolitana, che con i fondi ricevuti dalla Regione hanno al momento attivato solo i servizi mattutini. E qui si apre la diatriba più grande. Da un lato il Direttore generale del dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali della Regione, Mario Candore, conferma a gran voce che tutti i fondi richiesti dalla Città Metropolitana per ottemperare alle esigenze degli studenti disabili sono stati assegnati; dall’altro lato c’è la Città Metropolitana che mostra il rendiconto delle somme assegnate: 3.325.084,66 pari al 46% circa del fabbisogno reale che è di 7 milioni e 100 mila euro nella città di Palermo per l’anno scolastico 2017/18. «La Regione ha assegnato tutti i fondi richiesti, 19 milioni prima e un’ulteriore assegnazione di 12 milioni di euro dopo – spiega Candore – I nostri unici interlocutori sono le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi. Sono loro a comunicarci i fabbisogni e noi abbiamo dato loro quanto è stato richiesto».

La Città Metropolitana invece ci tiene a sottolineare che solo una parte dei fondi richiesti è stata assegnata e si attende ancora il resto. E con questa consistente mancanza, è già difficile assicurare i servizi mattutini – dicono – durante le lezioni scolastiche a tutti gli istituti. Chi segue invece da vicino i ragazzi, come gli operatori e i pedagogisti, sa bene quanto importanti e fondamentali siano le attività pomeridiane per i ragazzi con disabilità. Non si sen­te responsabile di tali disservizi la Città Metropolitana che dice di aver fatto richiesta all’USR di poter conoscere, con chiarezza ed in via definitiva, se in tutti gli istituti che fanno capo a Palermo si possa confermare o meno il ruolo dei collaboratori scolastici formati per fornire il Servizio igienico per­sonale affinché, in caso di indi­sponibilità sopraggiunta, possa richiedere, alla Direzione generale dell’assessorato regionale alla Fa­miglia, le necessarie risorse finan­ziarie integrative per affrontare ta­le nuova eventuale situazione.

Dunque fin quando in bilico ci saranno ancora i servizi mattutini, dei servizi pomeridiani non se ne potrà parlare.

Piangono e urlano per la disperazione i genitori degli alunni che vedono i loro figli non andare avanti e non stare al passo con il loro percorso di studi. Le attività pomeridiane infatti, oltre a permettere il recupero e l’integrazione sociale dei ragazzi, consente loro di dedicarsi a materie specifiche per la loro condizione che durante le lezioni mattutine non possono seguire perché il programma didattico a cui devono attenersi, durante le lezioni, è quello universale, uguale per tutti.

Sono chiare e precise le richieste che l’Unione italiana ciechi e ipovedenti fanno alla Regione: partecipare ai tavoli tecnici, avere linee guida e uniformità in tutte le città e personale adeguato. «Se avessimo voce in capitolo – spiega Linda Legname, componente della direzione nazionale dell’Uici – si potrebbe evitare sperpero di denaro pubblico. Noi conosciamo i nostri ragazzi e i loro bisogni e non possiamo affidarli a persone che non hanno le competenze. Non abbiamo bisogno di servizi speciali ma di servizi specifici».

Prima di procedere con la denuncia, l’Uici e i genitori sperano in un ultimo incontro risolutivo con le istituzioni; in caso contrario, si rivolgeranno al giudice ordinario e chiederanno il risarcimento dei danni subiti per violazione della legge e non rispetto di diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.

Di Anna Cane